Il segreto di Pollyanna, 1960 – Analisi dei costumi

Pollyanna e Nancy fiocco

(Attenzione spoiler all’interno del post per chi non avesse visto il film!)

Così piccola, ma così grande.

La protagonista del romanzo di Eleanor H. Porter, Pollyanna ha ben chiaro cos’è la felicità. Basato sul racconto della scrittrice statunitense (pubblicato nel 1913), il film Il segreto di Pollyanna (1960) è un inno alla spensieratezza, alla caparbietà e alla gioia di vivere. Forse merito (ovviamente) anche della palette colori, così soffice, proveniente forse da una casa di bambole o dal bancone di dolciumi della fiera di paese.

La giovane protagonista dagli occhi grandi, accompagna lo spettatore alla conoscenza di Harrington (paese immaginario) e dei suoi cittadini. Anche se inizialmente restii e poco socievoli, diventano ben presto con la bontà di Pollyanna, benevoli e generosi, pronti ad accogliere la bambina (rimasta orfana) e farla sentire a proprio agio. E’ Pollyanna con i suoi vestitini giallo sole ad unire il paese e a far da tramite per una convivenza cittadina più piacevole con il “gioco della contentezza”. La bambina, nonostante abiti con la fredda e precisa zia, ha a cuore i suoi nuovi concittadini. Sarà poi il tragico evento finale a risvegliare nella zia un sentimento di amore e comprensione.

Pollyanna Trailer (1960), Disney, Fonte Youtube

Un film che trova le sue origini e i suoi primi spunti nel 1916 con la versione teatrale della commediografa statunitense Catherine Chisholm Cushing, con l’attrice Patricia Collinge, andata in scena a Broadway.

Ma fu nel 1919 (anno di morte di Eleanor H. Porter) che le vicende di Pollyanna diventarono popolari tra grandi e piccini. Il film muto, in bianco e nero Il segreto della felicità (Pollyanna), diretto da Paul Powell con Mary Pickford, dalle musiche allegre ed incalzanti e l’allure 20s, riuscì ad ottenere un incasso di oltre un milione di dollari.

Spinta probabilmente dalle cifre folli (per i tempi), fu la Walt Disney Productions a proporre il remake (film live action) nel 1960. Pollyanna (Hayley Mills), rimasta senza genitori viene affidata alla Zia Polly (Jane Wyman). La dolce bambina si trova catapultata nella nobiltà americana con regole e gradi sociali da rispettare, ma il suo entusiasmo riuscirà a prendere il sopravvento. La trama, è condita da torte farcite, pannocchie bollite, gelato alla menta, fiocchi e tovagliette vichy.

Altri adattamenti furono realizzati (rispettivamente nel 1963, 1982, 1987, 2003) dalle vicende di Pollyanna, ma nessuna riuscì a superare la versione del 1960. Se non la serie animata giapponese prodotta dalla Nippon Animation, di 51 episodi andata in onda in Italia nel 1987.

Numerose anche le diverse versioni dei libri come Pollyanna e Pollyanna Cresce.

Da una prima lettura è facile definire i rocamboleschi avvenimenti di Pollyanna come poco seri o senza profondità; in realtà il film ha saputo rappresentare perfettamente quella che era la società americana e occidentale degli inizi del XX secolo. Nella pellicola vengono messi in evidenza i pregi e i difetti del popolo americano del tempo.

I luoghi di ritrovo, il portamento in società, l’abbigliamento, la divisione in piani alti e bassi della casa di Zia Polly, sono tutti modi per mostrare la classe sociale di appartenenza e di conseguenza il proprio potere economico e decisionale. Pollyanna è ignara delle regole e dei pregiudizi, vive la sua vita come un gioco, spinta dalla felicità e dal bene verso il prossimo.

La giovane bambina, così piccola, ma così grande riesce a fornire allo spettatore alcuni insegnamenti molto preziosi: sentimenti di bontà, di generosità e di estrema cura traspaiono dai piccoli gesti.

Il “gioco della felicità” introdotto da Pollyanna consente ai cittadini di Harrington di considerare la vita con ottimismo e di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Con la sua ingenuità, la bimba riesce a non cogliere le differenze sociali e a rapportarsi senza considerare il grado sociale.

Dunque un inno all’accoglienza e all’altruismo.

La Disney ha preso (ovviamente) in considerazione gli aspetti benevoli del carattere di Pollyanna, grazie ai quali ha saputo realizzare un live action variopinto e divertente.

Le riprese, con un cast d’eccezione, iniziarono a luglio del 1959, a cavallo tra due decenni.

Per l’occasione le location, dal fascino rurale, di Santa Rosa e Napa Valley, furono ritenute idonee per lo spirito del film. Le scenografie di Carroll Clark, Robert Clatworthy, Fred M. MacLean, Emile Kuri, ricalcano le vicende e i luoghi in cui abitano i personaggi: dalla casa di Zia Polly, al dormitorio per i bambini orfani.

Anche i costumi hanno un ruolo fondamentale (se non primario) per l’individuazione del carattere dei cittadini di Harrington.

Walter Plunkett (noto per gli abiti di Piccole Donne (1933), Via Col Vento (1939) e Un Americano a Parigi (1952)), per l’occasione non riuscì a reperire abiti adatti o ben tenuti che rispecchiassero la sua idea, cosicché il costumista impiegò settimane per realizzarli da zero, secondo il suo pensiero.

Con l’analisi dei costumi del film Il Segreto di Pollyanna della Disney del 1960 si nota come nell’utilizzo di determinate tinte e colori, l’impronta 50s e 60s, è notevole. Anche se la trama è ambientata all’inizio del Novecento (probabilmente tra il 1900 e il 1910 circa), si trovano, negli interni e negli abiti, riferimenti alla metà del secolo; ciò potrebbe essere stato adottato dal costumista in modo volontario per rendere le scene contemporanee e maggiormente riconoscibili per l’epoca.

Per l’approfondimento ai costumi ho deciso di suddividere il film in piccoli capitoli, per poter facilitare la comprensione.

  1. Prima parte – L’arrivo di Pollyanna a Harrington;
  2. Seconda parte – A casa di Zia Polly;
  3. Terza parte – Alla ricerca di nuovi abiti;
  4. Quarta parte – Incidente all’orfanotrofio;
  5. Quinta parte – La domenica ad Harrington;
  6. Sesta parte – Doni da Polly Harrington;
  7. Settima parte – La scelta del Reverendo Ford;
  8. Ottava parte – La fiera di beneficenza;
  9. Nona parte – Pollyanna amata da tutti;

Prima parte – L’arrivo di Pollyanna a Harrington

Mulino ad acqua presso Sant’Elena, California, 1846, Fonte USC Libraries
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Bambine al parco giochi 1905
St. Paul, Minnesota, 1905, Fonte Pinterest
Ragazza, 1905, Fonte Pinterest

Il film Pollyanna del 1960, si apre con alcuni bambini che giocano spensierati a tuffarsi nelle acque di un torrente all’ombra di maestosi alberi, nei pressi di una vecchia ferrovia. Un treno a vapore attraversa un ponte in legno per giungere in centro città. L’immagine di un antico mulino ad acqua (originario del 1846, nei dintorni di Sant’Elena) ci appare sullo sfondo, ma ecco che di corsa compare Jimmy Bean, che fa rotolare il suo cerchio multicolore attraverso le campagne di Napa, dirigendosi alla stazione di Harrington. Due bambine saltellano allegramente lungo il viale spingendo le carrozzine con all’interno le loro più preziose bambole. L’atmosfera è tranquilla e bucolica.

Le fanciulle indossano completi morbidi, caratterizzati da camicia e gonna. La bimba dai capelli color oro, acconciati in una coda bassa, con un fiocco dalla tinta pistacchio dietro alla nuca, veste con un abbigliamento comodo, dal motivo check composto da due o tre colori. La gonna a pieghe le consente la camminata fluida, mentre la camicia dritta con manica arricciata al polso le permette di spingere la carrozzina senza problemi. Il colletto ha un taglio sailor, con la presenza di piccoli nastri in tessuto annodabili sul davanti. Sotto alla gonna calzamaglia e stivaletti neri (solamente le donne dell’alta società indossavano scarpe panna, bianche o avorio, considerando i loro spostamenti agiati). La piccola amica al suo fianco, dai capelli color castagna, raccolti in trecce disfatte e un fiocco blu, indossa una blusa a quadretti dal collo sagomato, con bottoni sul retro, rimborsata in una gonna arricciata in vita dall’alta cintura.

Rispetto ai decenni e ai secoli passati, nei quali i bimbi venivano vestiti come piccoli uomini o piccole donne (con busti, strati di tessuto, scarpe non adatte ecc.), provocando numerose malformazioni, dalla fine del 1700 i bambini inizieranno ad essere considerati (grazie agli studi pedagogici) per quelli che sono: piccoli tesori bisognosi di crescere, imparare, muoversi e giocare. Si ha la diffusione dunque di un abbigliamento più informale, meno restrittivo (soprattutto tra gli aristocratici, i meno abbienti indossavano pochi strati di tessuto) che consentisse di muoversi in totale libertà, seguendo però in ogni caso le regole dell’educazione e del bon ton.

Un ulteriore passo avanti si ebbe anche con l’avvento nella metà del XIX secolo circa di sport, come il tennis, il cricket, il ciclismo, il golf e molti altri, alla quale finalmente la donna, con un piccolo passo verso l’emancipazione, poteva partecipare. Servivano indumenti comodi, (furono inventati corsetti elastici), che consentissero i movimenti. Sicuramente la presenza di industrie che si occupavano della progettazione di nuove silhouette, nuove tipologie di tessuti diede un impulso alla produzione più consona di capi di abbigliamento per l’infanzia e l’adolescenza.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Proseguendo il percorso del treno a vapore si giunge alla stazione di Harrington. Nel frame è visibile la locomotiva in arrivo e ai lati, sedute su una panchina in legno, tre donne di mezza età circa, impegnate nelle conversazioni. Esse indossano dei tailleur senza alcuna guarnizione. I colletti sono invece alti, aderenti, per mantenere ben eretto il collo e la testa, la quale è ornata da ampi cappelli con fantasiosi decori (i quali saranno negli anni successivi resi più semplici da Coco Chanel con il negozio Chanel Modes). Le tonalità pastello caratterizzano gli abiti, realizzati probabilmente con tessuti di lana o di lino. Sullo sfondo un’automobile, simbolo di progresso.

Dalla porta del treno ecco comparire Pollyanna, una bambina di dodici anni, dai grandi occhi azzurri, in quest’occasione un po’ intimoriti e spaesati. La giovane (rimasta orfana) è arrivata ad Harrington per stare con la facoltosa Zia Polly.

La protagonista, con in mano una grande valigia di vimini, diversamente dalla bambine descritte in precedenza, indossa un abito totalmente diverso; il vestito, probabilmente di voile di cotone stampato con fiorellini marroni e azzurri con inserti di pizzo, da quanto è blusante e cadente sembra essere troppo grande per l’esile corpo della ragazzina. La larghezza dell’abito è tenuta ferma da una cintura lilla posta ad una vita bassa. Sulla testa un cappello di paglia con un disordinato nastro di gros grain beige e un fiocco (forse troppo esagerato) posto sulla nuca che sorregge i capelli biondi. Pollyanna sembra essere un’outsider in un paese in cui l’abbigliamento ricopre un ruolo primario. Rispetto alle bambine di Harrington la giovane veste senza proporzione e armonia: dall’abito troppo largo, al fiocco troppo grande, quasi come se avesse recuperato gli abiti da qualche cugina adolescente, risalenti per i volant in pizzo all’epoca vittoriana. Al collo la bambina indossa inoltre un ciondolo dorato, probabilmente un ricordo di famiglia. Ai piedi stivaletti e calze nere.

L’abito con i volant, la linea morbida e blusante e la stampa a fiori ricorda i capi proposti dalla stilista Laura Ashley, la quale per i suoi capi si ispirava alle fogge vestimentarie vittoriane.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Spring Summer 1983, Laura Ashley Catalogo, Fonte Pinterest

In stazione Pollyanna fa la conoscenza di Jimmy Bean, un bambino orfano (anche lui) del paese di Harrington. I due bambini si scambiano una breve occhiata di sfida, prima di suggellare una profonda amicizia. Il ragazzino dai capelli spettinati, indossa una salopette di cotone chambray (molto in uso per attività lavorative nei campi, nelle fattorie o nelle industrie) e una camicia a bastonetto con il collo alla coreana. Le maniche sono tirate su per consentire con più facilità i movimenti e per evitare di sporcare i polsini. Ai piedi degli stivaletti stringati marroni con delle macchie ben evidenti sulla punta.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Ad aspettare alla stazione Pollyanna ci sono Nancy Furman (cameriera personale di Zia Polly) e il signor Thomas. La giovane donna per l’occasione e per l’uscita in paese indossa una camicia in cotone rosa (sembrerebbe traforata), con un piccolo colletto e uno jabot (molto spesso poteva essere applicato con un cameo) profilato, una lunga gonna grigia a campana (che sottolinea un corpo snello) fino alle calzature, arricchita da un nastro nero in velluto lungo tutto il perimetro dell’orlo. Il cappellino nero in paglia con un fiocco di gros grain bicolore, i corti guanti neri e gli stivaletti bianchi (che indicano in questo caso la provenienza da una classe sociale agiata) accompagnano il look. Di particolare interesse il ciondolo o stemma in oro fermato sulla camicia. Il trucco è delicato: le ciprie erano indispensabili per le donne dell’epoca, anche se è facile scorgere sugli occhi della giovane una fine linea di eye liner (come voleva la moda degli anni Cinquanta e Sessanta). Nancy, per i colori, mi ha ricordato immediatamente l’amata del pittore italiano Giuseppe De Nittis, Leontine.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Giuseppe De Nittis, Leontine De Nittis, Fonte Google

Seconda Parte – A casa di Zia Polly

La giovane bambina in carrozza è diretta alla casa di Zia Polly; davanti a lei un’enorme abitazione, degna di un castello. Sono rimasta sbalordita nel sapere che questa casa non è frutto dell’immaginazione Disney, ma esiste davvero! E’ la dimora della signora Juillard McDonald a Santa Rosa, in California, conosciuta come Mableton Mansion e costruita nel 1877 su volere del colonnello Mark Lindsay McDonald, figura di spicco del paese per le numerose costruzioni pubbliche. Egli fece costruire la casa su esempio delle dimore che costeggiavano il fiume Mississippi. L’abitazione a due piani (i successivi nel film sono stati aggiunti in “post produzione” dal pittore Peter Ellenshaw), con un verdeggiante giardino intorno, è stata realizzata sullo stile architettonico americano chiamato Stick Style, diffuso alla fine del XIX secolo.

Caratterizzate da una leggera struttura in legno, spesso variopinte, con frontoni, portici, torrette, con forme squadrate o piramidali, queste tipologie di case erano volute principalmente dalle persone di alto rango, le quali spesso le commissionavano ad architetti come Frank Furness, Richard Upjohn ed Henry Hobson Richardson. Fu però Andrew Jackson Downing, tramite i suoi famosi testi a portare avanti un’architettura in legno. Grande sostenitore dei cottage svizzeri, per l’utilizzo massiccio del legno e per i dettagli pittoreschi intarsiati, egli divenne un punto di riferimento per l’architettura americana di fine Ottocento.

Non è raro vedere queste abitazioni in film degli anni Sessanta (non a casa ritroviamo questo stile in Pollyanna), quando le case Stick divennero il luogo prediletto dai giovani dell’epoca (vedi le Painted Ladies di San Francisco).

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
A.J. Downing, The Architecture of Country Houses, 1850, Fonte Pinterest

L’interno della casa di Zia Polly è ricco. Lampadari di cristallo, specchi, carte da parati, statue, pouf in velluto; la piccola Pollyanna si guarda intorno stupida, desiderosa di poter presto curiosare la sfarzosa casa della zia.

Dal soppalco si affaccia Angelica, la cameriera, addetta alla cura e alla pulizia della casa. La donna guarda Pollyanna indispettita, probabilmente per averla interrotta nei suoi compiti giornalieri. Angelica, non più molto giovane, probabilmente si trova a servizio della Zia Polly da molti anni.

E’ infatti tra il 1837 e il 1901 che ci fu una vera e propria diffusione del lavoro della domestica e della cameriera, ritenuti per l’epoca, i lavori più accettabili per il sesso femminile. Il numero di persone impiegate presso le fastose dimore non era mai fisso, ma era un dato variabile, a seconda delle esigenze della famiglia e di quello che potevano spendere, anche se generalmente quasi tutte le famiglie appartenenti al ceto borghese avevano presso di loro almeno una cameriera “tuttofare”. Molto spesso il lavoro da cameriera iniziava durante la giovane età (vicino casa, tramite passaparola o tramite annunci sui giornali), fino ad acquisire man mano più esperienza e dedicarsi a famiglie sempre più abbienti. I domestici avevano a disposizione un giorno libero durante la settimana e il più delle volte ne approfittavano per passeggiare, svagarsi e fare acquisti, come stoffe, pizzi e caramelle per le ragazze, o liquori e calzini per gli uomini. All’interno dei cosiddetti “piani bassi”, era presente una vera e propria gerarchia, dalla lavapiatti, alla cuoca alla semplice cameriera. Quest’ultima (ruolo probabilmente coperto da Angelica), era addetta a diverse mansioni all’interno della casa, ma ogni giorno si alzava prima dell’alba e il suo primo compito era quello di rendere tutte le stanze perfette, pulite e in ordine prima del risveglio dei padroni. Generalmente doveva occuparsi della pulizia delle stanze (infatti Angelica ha in mano gli attrezzi per pulire) e di spolverare e lucidare gli oggetti. Oltre a svolgere tutti i compiti previsti, il personale dei domestici doveva seguire attentamente delle regole infinite (presenti in veri e propri saggi), come rimanere fermi in piedi quando qualcuno si rivolgeva a loro, non parlare ad alta voce, tenere gli abiti puliti e così via.

Per quanto riguarda le divise della servitù, numerosi sono stati i cambiamenti nei secoli.

E’ dalla seconda metà dell’Ottocento che però divenne di moda dare alle dipendenti l’abito da lavoro grigio o antracite, in modo tale da uniformare l’abbigliamento delle persone a servizio. Da una casa e l’altra la divisa poteva avere delle differenze nei dettagli, i quali erano comunque minimi, considerato il fatto che la comparsa abitudinaria del personale femminile doveva essere un’occasione rarissima. L’abito grigio, solitamente a maniche lunghe era composto da un colletto, che dava alla figura una sembianza austera e sul davanti, a coprire quasi l’intero abito un grembiule che poteva avere diverse forme e dettagli e una cuffietta con elastico in testa, proprio come quella di Angelica.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Cameriere, 1913, Fonte Pinterest

E’ in una stanza stracolma di cornici, tende, sedie, lampadari che Pollyanna, accompagnata da Nancy conosce Zia Polly, la quale è in compagnia del Reverendo Ford, parroco della chiesa di Harrington.

Polly, elegantissima, indossa un abito di raso o taffetà di seta blu notte, con una scollatura ricamata con rose impreziosite da piccole perline di cristallo e da un pizzo traforato dello stesso colore che sale su fino al collo. L’acconciatura è sofisticata, con onde morbide raccolte. Il trucco invece di richiamare i dettami di inizio ‘900, riprende con una linea di eyeliner gli anni Cinquanta e Sessanta.

La zia, con il suo modo di fare sofisticato chiede con compassione a Pollyanna dove avesse scovato l’abito che indossa, data la foggia fuori moda e la larghezza spropositata. E’ la bambina ad informare che il capo proviene dai pacchi dei missionari che il padre aveva recuperato parecchi anni fa.

La domanda di Zia Polly fa capire come il ben vestire era uno degli elementi fondamentali all’interno della società borghese. Da ciò traspare anche l’interesse iniziale per la cura e l’abbigliamento della bambina, piuttosto ciò che Pollyanna ha da dire e comunicare. A tal proposito la donna ordina immediatamente alla fanciulla di cambiarsi e di rendersi presentabile e puntuale per la cena delle sei.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Nei piani bassi, precisamente in cucina, per una merenda, la bambina ha l’occasione di conoscere la signora Legerlof, cuoca della casa. Con un largo abito senza maniche a quadretti bianco, nero e beige, dal collo rotondo, una camiciola leggera con maniche ampie al fondo, la cuffietta appoggiata sulla testa e con la sua notevole stazza (mi ricorda molto una nonna in cucina), sfodera verso Pollyanna i suoi migliori strumenti di legno, facendo capire che in cucina è lei che comanda. Pian piano la signora Lagerlof apprezzerà la bontà di Pollyanna e le vorrà un bene immenso.

Sullo sfondo compare una cucina ben attrezzata, rivolta verso il giardino.

Non è un caso che in Pollyanna compaia la figura della cuoca. Regina indiscussa della cucina, quest’ultima di occupava di discutere delle portate della giornata con la padrona di casa e dava le sue direttive a tutto il personale della cucina.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Libro The Bride’s Cook book, 1908, Fonte Flickr

Finita la merenda, Angelica (sempre indisponente) con Nancy, accompagnano Pollyanna nella sua camera. Zia Polly, che non vuole vedere gironzolare per casa bambini, ha “riservato” alla giovane bimba un alloggio personale. La stanza è minuscola, nel sottotetto dell’abitazione (spesso i piani mansardati erano destinati alla servitù), con un piccolo letto e una finestrella dagli infissi azzurro acqua, dalla quale Pollyanna può osservare tutto il giardino (e questo le basta per essere felice!).

La stanzetta conteneva un lettuccio, rifatto accuratamente, due sedie con lo schienale rigido, un lavabo, un comò senza specchiera e un tavolino. Niente tende alle finestre, nè quadri alle pareti. Per tutta la giornata il sole aveva picchiato sui tetti e la cameretta sembrava un forno. (Porter. E, Pollyanna, De Agostini Editore, Milano, 2014)

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Sono le sei in punto, è ora della cena per Pollyanna e la Zia. Ad un servizio quasi regale la bambina si presenta con un abitino viola melanzana, probabilmente in velluto e una camicia turchese, dello stesso colore degli occhi, con maniche corte a palloncino. La bimba non ha idea di come usare le forchette al tavolo, ed è così che segue la zia in ogni movimento (sicura di non sbagliare). Zia Polly è molto severa con Pollyanna, la quale invece di mostra gentile e disponibile.

In serata, mentre Polly si rilassa a ricamare, viene disturbata dalla bambina, la quale in cerca di affetto si riversa affettuosamente su quest’ultima. La Zia ancora una volta commenta il completo di Pollyanna, decretandolo un vero e proprio orrore e promettendo alla bambina che il giorno seguente sarebbero andate alla ricerca di abiti nuovi. La donna richiama Pollyanna di non farsi prendere dall’entusiasmo sfociando in gesti goffi, ma di salire le scale, nonostante la sua contentezza da signorina educata.

Dalle parole della benestante Zia si evice come il bisogno di acquistare nuovi abiti sia soprattutto per lei; per non sfigurare in paese con una bimba non vestita all’altezza della situazione.

“[…] Nessuno di quegli abiti è adatto a una mia nipote; e non farei certamente il mio dovere nei tuoi riguardi se ti permettessi di mostrarti con quella roba addosso.” (Porter. E, Pollyanna, De Agostini Editore, Milano, 2014)

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Terza parte – Alla ricerca di nuovi abiti

Appena Pollyanna varca la porta del lussuoso negozio, sul viso dei commessi in ordine e ben vestiti, appaiono emozioni di stupore e disgusto. Tutti la guardano dalla testa ai piedi, basiti, come se per il suo look, non ci fosse nulla da fare. Immediatamente, sotto lo sguardo attento della Zia, i commessi scelgono per la bambina abiti eleganti ed alla moda, adatti per la sua giovane età. Pollyanna è estasiata, non sta più nella pelle. Gironzola per il negozio in biancheria alla ricerca di frivoli cappellini e accessori. Sotto gli abiti la bimba indossa mutandoni bianchi con pizzi (impiegati dalle donne dal momento in cui si iniziò ad utilizzare la crinolina), una semplice canotta e spesse calze nere. Gli abiti colorati, ricamati, sbarazzini (bellissimo quello giallo) che la bambina prova sono perfetti per il suo carattere divertente e buono.

Dagli anonimi stivaletti neri, Pollyanna passa ad indossare delle lucenti scarpine bianche e nere.

Zia Polly in abito bianco, indossa un enorme cappello attorniato da un velo azzurro (in voga soprattutto tra 1900 e 1910), per rendere la sua figura ancora più misteriosa (abituata sicuramente a farsi realizzare gli abiti su misura o ad acquistare capi provenienti dalla Francia di Jacques Doucet o Jeanne Paquin).

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Negozio E.R. Sawyer, in Santa Rosa, inizi ‘900, Fonte The Press Democrat
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Mutandoni inizi 1900, Fonte MET Museum
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Abiti per bambine, Catalogo Mc Call, 1909, Fonte Pinterest
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Con disinvoltura, ma anche con la sua goffaggine che la caratterizza, Pollyanna esce dal department store Mc. Enerney’s, fiera dei suoi nuovi acquisti.

L’abbigliamento della bambina è nettamente cambiato: se prima indossava un abito largo e di bassa qualità, ora il suo vestito dai dettagli sailor, ricalca le tendenze della moda per le giovani fanciulle. Con la vita bassa, attorniata da una fusciacca rossa, l’abito anticipa i dettami del futuro stile dei ruggenti anni venti.

Il cappello come il colletto prendono chiaramente ispirazione dal mondo della marina.

E’ possibile risalire all’abbigliamento nautico e solo in seguito all’abito alla marinara indossato da Pollyanna, grazie a paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti che con le loro uniformi navali e i loro abiti marittimi hanno lasciato un’eredità incommensurabile. Con regole, modifiche e standardizzazioni è dalla metà del 1800 che gli elementi delle divise della marina divennero prerogativa anche per la moda civile, soprattutto per il genere femminile e per i bambini. Nel 1846 il Principe di Galles, Alberto, fu immortalato dal pittore Franz Xaver Winterhalter all’età di quattro anni con la divisa, composta dalla blusa con colletto quadrato, pantaloni a campana e il sennet hat (cappello di paglia).

Il colletto sailor (utilizzato principalmente dai marinai inglesi) con le tre righe a nastro che simboleggiavano le battaglie del britannico Lord Nelson venne raffigurato in illustrazioni e dipinti di ogni genere. La blusa chiamata “middy blouse”, divenne popolare nella moda per bambini o come costume da bagno (alla quale si potevano attaccare la gonna o i pantaloni bloomers). Anche se negli anni precedenti in Europa erano già presenti diversi modelli, fu il sarto Peter Thomson che su esempio degli abiti della marina realizzò nei suoi stabilimenti americani abiti per ragazze e bambini.

In Pollyanna anche il cappello con pon pon rosso è un chiaro riferimento alle divise dei marinai.

Nel corso dei decenni questa tipologia di stile fu più volte ripresa, come è testimoniato nel film Les Parapluies de Cherbourg.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Libro Disney Pollyanna, Fonte Pinterest
Edith Alice Cubitt, Children playing at being horses, Fonte Victoria&Albert Museum Collection, Londra
Bambini con la tata, 1906, Fonte https://rbkclocalstudies.wordpress.com
In spiaggia 1908
Donne in costume, 1908, Fonte Pinterest

Quarta parte – Incidente all’orfanotrofio

Uscita dal negozio Pollyanna ha l’opportunità di conoscere gli abitanti del paese: dal cugino di Nancy, Fred (alias il suo spasimante George) al Dottor Chilton. Tutti si mostrano gentili e amichevoli.

Le vicende fino ad ora tranquille vengono sconvolte dall’esplosione delle tubature nell’orfanotrofio del paese, in un palazzo donato dal padre dell’austera Zia Polly. Tutti ad Harrington sono sconvolti per l’accaduto; devono al più presto trovare una soluzione o un nuovo alloggio per quei poveri bambini. Il sindaco del paese propone impulsivamente di raccogliere i fondi per la costruzione di un nuovo orfanotrofio, organizzando una fiera di beneficenza.

Venuta a conoscenza della decisione del primo cittadino, Zia Polly organizza un’assemblea presso la Sala d’inverno nella sua casa, per discutere della questione. Tutte le personalità più benestanti del paese si recano dalla donna, compreso il Dottor Chilton, sua vecchia fiamma, ritornato in città dopo cinque lunghi anni. Tutti sono in fermento, compresa Pollyanna. La Zia riguardo alla disgrazia da poco accaduta obietta in merito alla decisione del sindaco: si assumerà lei i costi della Harrington House, dalle caldaie, alle tubazioni, a tutto ciò che sarà necessario. In sala i cittadini concordano con la donna, probabilmente per la paura di essere ripudiati o esclusi dalla società.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Nei piani bassi della dimora si discute della scelta di Polly e del comportamento dei cittadini presenti, poco coerenti, compreso quello del Reverendo, il quale secondo Angelica doveva far sentire il suo parere. Le donne sono intente a preparare i gelati per i commensali, mentre Pollyanna mangia la sua minestra di legumi. Sia Angelica che Nancy, per il servizio, indossano le divise nere (più eleganti rispetto a quelle grigie) con colletto ricamato, grembiule bianco di mussola caratterizzato da due grandi spalline con pizzi lungo il perimetro e un grande fiocco sul retro.

(A questo link un sito in cui sono catalogate le divise della servitù negli anni. Fantastico!)

Pollyanna finita la cena assaggia con una cialda il gelato di un vivido verde (quasi finto) da una grossa latta.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Catalogo Copeland & Lye Christmas, 1909, Fonte Glasgow City Archives

Quinta parte – La domenica ad Harrington

Appuntamento fisso alla domenica mattina ad Harrington è la messa, con tanto di sermone del Reverendo. Osservando gli abiti e i cappelli in paglia delle signore e delle bambine, si nota come la celebrazione è dedicata totalmente alla classe più benestante del paese. Non si vedono persone di ceti inferiori, il che è totalmente discriminatorio visto che davanti a Dio si dovrebbe essere tutti uguali. Ma ovviamente, anche questa era una contrapposizione dei valori della società di quegli anni.

Il primo piano di Pollyanna mette in risalto il colletto bianco di cotone sangallo, il grande fiocco di taffetà posto all’allacciatura dell’abito e il voluminoso cappello in paglia a tesa larga. Zia Polly per l’occasione è ancora più elegante; ad incorniciare il volto un cappello grigio con dettagli viola.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Tornata a casa Pollyanna si riposa sull’altalena in giardino in compagnia di Angelica e della signora Lagerlof, che invece puliscono i fagiolini.

In quest’occasione la bimba introduce il gioco della felicità, che consiste nell’avere uno sguardo positivo in qualunque situazione, come ad esempio l’odiata giornata della domenica da parte della servitù.

La bimba per il paese incontra nuovamente l’orfanello Jimmy, il quale ha l’abitudine di arrampicarsi sempre sugli alberi. Inizialmente i due bambini si scherzano a vicenda, ma nelle seguenti scene si ritrovano a pescare e a condividere le stesse avventure. Jimmy e Pollyanna sempre più affiatati, si introducono furtivamente nella casa del vecchio Bengas, l’uomo più cattivo della città. I due bimbi vengono sequestrati dal padrone della dimora, il quale però subito si intenerisce per le vicende dei due ragazzini. Alla fine Bengas si lascerà coinvolgere dai due monelli ed inventano il gioco dei prismi colorati (altro non sono che parti del lampadario di cristallo).

L’abbigliamento di Pollyanna bianco candido non è adatto per una gita all’aperto. Presto il suo abito e le sue scarpette saranno ricoperte di terra.

Lungo il fiume, intento nella pesca la bimba incontra il Dottor Chilton, con alti stivali, pantaloni beige, camicia azzurra in chambray e il cappello alla pescatora. I due discutono e parlano della Zia Polly, dei suoi modi di fare e del loro rapporto.

“Pollyanna, guarda come hai ridotto quel vestito e le scarpe!”

Zia Polly è attenta alla forma anche quando la bambina torna a casa, dopo aver giocato tutto il giorno.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Sesta parte – Doni da Polly Harrington

I giorni seguenti la signora Harrington decide di donare, in segno di riconoscenza, dei regali agli abitanti del paese. Nancy e Pollyanna, dati i loro modi gentili, hanno il compito di consegnare i doni ben incartati e infiocchettati dalle tinte color pastello.

Pollyanna per l’occasione indossa un abitino giallo sole con ricami sul collo e sulla pettorina e un grande fiocco dello stesso colore che raccoglie i capelli dorati. Zia Polly, veste anche lei una camicia della stessa tonalità dell’abito della bambina, con il collo incrociato ed evidenti ricami à jour. Al di sotto una leggera camiciola fluttuante bianca di un raffinato pizzo. Le altre donne presenti (non più giovani come la bella Nancy) indossano dei tailleur con gonne svasate, morbide sui fianchi, a campana, lunghe fino a terra e arricchite sul dietro da pieghe o drappeggi che si concludono in un accennato strascico, dai colori del rosa, del giallo e del malva.

Nancy e la bimba fanno il giro del paese. Alcuni accettano ben volentieri i doni, mentre altri li vedono come un’elemosina. Ma c’è la dolce Pollyanna che per fortuna di Zia Polly riesce a far cambiare idea anche ai caratteri più burberi. Uno dei casi impossibili del paese è appunto la Signora Snow.

Arrivate a casa Snow le due fanciulle sono accolte da Mildred, che ringrazia e si lamenta della bisbetica madre. Pollyanna che non si arrende davanti a nulla, va a conoscere direttamente la Signora Snow, con il regalo da parte del comitato, zampette in gelatina. La signora Snow dai capelli rossi, in camicia da notte, con un coprispalle lilla con dei piccoli decori in raso, su di un letto in ottone continua a lamentarsi, fino a quando anche lei scopre il gioco dei prismi e viene contagiata dalla felicità della bambina.

La signora Snow non rispose; era occupata a ispezionare il pizzo della sua camicia da notte, finchè osservò in modo irritato: “Qualcuno dovrebbe farmi avere una camicia da notte nuova piuttosto del brodo, tanto per cambiare!” (Porter. E, Pollyanna, De Agostini Editore, Milano, 2014)

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Se da una parte Zia Polly e il comitato sono intenti a fare doni per i cittadini, dall’altra il sindaco organizza una riunione decisionale per la fiera di beneficenza, in modo tale da suddividere per ogni cittadino i diversi compiti. Pollyanna rimane estasiata dal possibile evento e anche lei è decisa a dare il suo aiuto, chiamando in soccorso Jimmy e il signor Bengas e le sue macchine per l’arcobaleno.

La bambina passa anche dalla signora Snow: carica di scampoli la giovane spera che la donna possa darle una mano a cucire una coperta per la fiera di beneficenza con piccoli pezzetti di tessuto di scarto, da vendere alla riffa, accanto alle bancarelle di dolciumi, cocomero e mais bollito. Solo grazie alla contentezza di Pollyanna e al suo entusiasmo la donna accetta e inizia ad assemblare la trapunta a mano, cucendo i primi punti.

La bimba indossa un vestitino con una silhouette simile a quelli precedenti, con la gonna, i profili e il fiocco vichy bianchi e blu.

L’assemblaggio di piccoli scampi di tessuto, gli stessi che Pollyanna ha portato alla signora Snow, era una pratica spesso adottata nel mondo contadino. Le toppe venivano utilizzate nel caso in cui un capo si scucisse, in modo tale da rattoppare senza comprare nuova stoffa, la quale spesso aveva costi molto alti. Accanto a ciò era spesso abituale avere la “scarp bag” o “scrap basket”, ovvero un sacco con scampoli di tessuto, rimanenze di confezioni casalinghe, pezzi tagliati da capi troppo usurati che assieme ai sacchetti vuoti del caffè e dello zucchero, accuratamente conservati, seguivano gli spostamenti delle famiglie. Questi ritagli venivano attaccati inizialmente alla trapunta per ripararle senza un disegno definitivo, ed appunto la soluzione che usciva veniva chiamata “crazy”. Accanto alla riparazione delle coperte c’era però il bisogno di crearne di nuove per far fronte alle necessità quotidiane: bambini che nascevano, donne che si sposavano; per ogni occasione si dava vita a straordinari manufatti realizzati con la tecnica patchwork. Si iniziarono a formare i quilting bee, che erano dei raduni in occasione dell’assemblea per nominare il nuovo pastore o per l’annuncio di un fidanzamento, in cui le donne portavano con loro il cesto degli scampoli, l’ago e il filo per cucire. Tra il 1850 e il 1860 in America iniziò la diffusione dei beni di massa meccanici e tra questi la macchina da cucire, introdotta dal signor Singer. La confezione di indumenti e di trapunte fu quindi avvantaggiata.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Edgar Melville Ward, The quilting party, 1890 circa, Fonte https://worldquilts.quiltstudy.org/
Quilting Bee, 1910 circa, Fonte Flickr

Settima parte – La scelta del Reverendo Ford

Zia Polly, che è venuta a conoscenza dell’organizzazione della festa di beneficenza ordina alla giovane di non frequentare mai più quella rozza gente. La signora Lagerlof, nel mentre, sentendo la discussione, si ritira in cucina per preparare gli stampi per le torte da portare alla fiera, facendo un dispetto all’austera Polly.

Tutti in paese hanno paura della donna e delle possibili ripercussioni; solamente il Dottor Chilton ha il coraggio di parlare chiaro alla Zia Polly. Nel paese i cittadini sono disperati; su consiglio di Pollyanna chiedono aiuto al Reverendo, il quale però non vuole mischiarsi in questo conflitto. La bambina si reca così dal signor Ford in campagna; qui Pollyanna parla apertamente del ricordo del padre, anche lui pastore, citando le 800 esortazioni alla gioia presenti nella Bibbia. Il Reverendo è pensieroso ma deciso; dopo molti anni terrà un convegno festoso e sereno, senza farsi condizionare da Polly Harrington.

Pollyanna per la sua missione in campagna indossa un vestitino check (come quelli dei cataloghi Mc Call) a vita bassa con pettorina bianca con la chiusura con dei bottoni sul retro, cintura verde, gonna a pieghe e un grande fiocco tra i capelli. Immancabile il medaglione in oro.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Durante il sermone il Reverendo darà l’autorizzazione alla fiera di beneficenza. Zia Polly, in preda alla collera, con la grandezza e la verticalità del suo cappello, sembra manifestare ancora di più il suo ruolo e il suo potere (ma ahimè, ormai in mano a tutti i cittadini). Pollyanna al suo fianco è invece soddisfatta.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Tailleur gessato, Jeanne Paquin, 1901, Fonte Victoria&Albert Museum Collection, Londra

Ottava parte – La fiera di beneficenza

Finalmente la serata della fiera tanto attesa è arrivata. Bancarelle di dolciumi, mais bollito, cocomero, lanterne colorate, tutto è pronto. In cucina le torte, all’insaputa di Polly sono state sfornate e decorate. Angelica e la signora Legerlof vestono l’abito per la festa con grandi colli e pettorine, pizzi, merletti e stampe floreali. Per completare i look entrambe le donne indossano cappellini in paglia.

Le uniche ad essere rimaste a casa sono Polly e Pollyanna (ancora per poco). Jimmy dopo aver suonato alla dimora Harrington e dopo aver ricevuto una risposta negativa riguardo la partecipazione della bambina alla festa, non demorde e si arrampica su di un albero, di fronte alla finestra di Pollyanna. La bimba, che era intenta a guardare delle vecchie fotografie, si alza di soprassalto dal letto, ricoperto da una grande trapunta patchwork e raggiunge Jimmy, desiderosa anche lei di recarsi al più presto alla fiera.

Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney

Pollyanna è divertita alla festa, che per le luci, i balli e i colori mi ha ricordato alcuni dipinti di Auguste Renoir, come Bal au Moulin de la Galette del 1876. Il clima di progresso, di benessere e di prosperità era spesso (soprattutto a Parigi) dato da feste serali danzanti in locali all’aperto.

Alla fiera sono presenti anche le torte (con strati di pan di spagna e creme colorate) della signora Lagerlof, che su delle tovagliette vichy dalle tonalità pastello, diventano un tutt’uno con i colori dell’abito della donna. Sulle note di When the Saints go marching in, tutti sono in festa, compresa la signora Snow che consegna a Pollyanna la coperta patchwork.

La bimba partecipa a tutti gli effetti alla fiera, contribuendo alla parata con altre bambine. Per l’esibizione la giovane indossa un costume molto semplice, a sacco, con elastico, sul quale sono cucite le stelle e strisce della bandiera americana.

Angurie alla festa
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Bal au Moulin de la Galette Renoir
Auguste Renoir, Bal au Moulin de la Galette, 1876, Olio su tela, Museo d’Orsay, Parigi, Fonte Wikipedia
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Pollyanna golosa
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Abito bandiera
Bambina con costume patriottico, 1890 circa, Fonte Flickr

Nona parte – Pollyanna amata da tutti

Finita la festa Pollyanna torna a casa tentando di non farsi scoprire da Zia Polly. Ecco che la bambina si arrampica sull’albero per rientrare dalla finestra della sua camera. Dopo un grande balzo la bimba è quasi nella sua stanza, ma la bambolina (vinta alla pesca dei miracoli) le cade sul tetto. Nel tentativo di recuperarla Pollyanna scivola e cade.

La zia, Angelica e la signora Lagerlof, sentendo un lamento si fiondano in giardino. Ecco che sull’erba giace la bambina. Zia Polly profondamente spaventata ordina di chiamare il medico.

L’atmosfera in casa Harrington è cupa; tutti sono rattristiti e sconvolti. La donna confida che la bimba resterà immobilizzata e che probabilmente solo un complicato intervento nella città di Baltimora potrà aiutarla.

La piccola Pollyanna è triste ed il gioco della felicità in quella condizione, anche per lei, è troppo difficile da accettare.

Nel paese però i cittadini le sono immensamente riconoscenti; per manifestare il loro amore si presentano a casa di Zia Polly per ringraziare la piccola e donarle un ultimo saluto prima della sua partenza. Le bambine del paese, che vestono come Pollyanna, le portano bamboline, palloni e giochi in legno.

La bimba come segno di riconoscimento, si presenta in braccio al Dottor Chilton, con una camicina da notte in cotone bianco, con pizzi e volant, ringraziando tutti i presenti.

La piccola Pollyanna, il signor Chilton e Zia Polly partono per Baltimora, fieri del ruolo della bimba e della sua capacità di aver reso Harrington un paese migliore con la speranza di una rapida guarigione.

Pollyanna letto
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Harrington Glad Town
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Il segreto di Pollyanna, 1960, Fonte Disney
Cappelli con fiori 1908
Sears Catalogo, 1908, Fonte Pinterest

Di facile trama il film di Pollyanna nasconde però una morale ben identificabile. Le vicende del film mostrano come non arrendersi di fronte a delle difficoltà o a periodi bui e difficili. Con la sua ingenuità, il suo carattere e i suoi abiti colorati, Pollyanna fornisce allo spettatore sentimenti di gioia e di bontà.

Anche Zia Polly fornisce un insegnamento: la sua attenzione per l’estetica, il gusto, il decoro finisce per prendere il sopravvento su ciò che invece è più importante: il bene di Pollyanna. Solo con il tragico evento la donna riesce a dare una scossa al suo cuore e farlo ripartire, apprezzando ciò che di più semplice c’è nella sua vita, compresa la sua buona nipote.

Con l’analisi dei costumi del film Il segreto di Pollyanna del 1960 della Disney, si può vedere come gli abiti sono portatori di caratteri, idee e classi sociali. Dall’orfano e spettinato Jimmy, all’irriverente signora Snow, ogni dettaglio sottolinea il ruolo all’interno del film e la relativa condizione sociale. I cappelli (con aigrettes, nastri e fiori, lavorati a mano), protagonisti di tutta la vicenda, sulle teste delle altolocate dame, simboleggiano il carattere e gli aspetti più profondi della personalità (dettagli che neanche il più decorato degli abiti riusciva a comunicare). I cappelli di Pollyanna sono semplici, sbarazzini, proprio come lei. Quelli del club di Zia Polly sono invece arzigogolati, ricchi e pesanti, proprio come le loro petulanti e aride identità. Il cappello (e il relativo abbigliamento) della Zia nell’ultima scena del film, nonostante sia ricco appare però più leggero, armonioso, libero. Con tonalità pastello, vichy e fiori, è quasi come se la donna volesse mostrare il suo lato più accondiscendente e dolce, libero da pregiudizi e corazze.

Spero che l’analisi del film (anche se un po’ lunga) vi sia piaciuta.

Avevate mai visto Il segreto di Pollyanna del 1960?

Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete qualche domanda o approfondimento a riguardo.

A presto,

Valentina.

2 commenti

  1. Gentile Valentina, sono Mario Pasqualini dell’associazione culturale Dimensione Fumetto e le scrivo per farle i complimenti per il suo splendido sito e per questo articolo in particolare. Ho visto “Il segreto di Pollyanna” solo una volta da bambino senza rimanerne particolarmente impressionato, ma alla luce della sua analisi sui costumi devo assolutamente dargli un’altra chance, anche solo per ammirare il contributo di Walter Plunkett, di cui già apprezzavo il lavoro grazie al mio amatissimo cult “Via col vento” (amatissimo anche per i costumi, naturalmente) a cui spero dedicherà prima o poi un’altra analisi.

    Oltre che per complimentarmi per il suo splendido lavoro, le scrivo anche per farle presente che abbiamo linkato questo suo saggio sul nostro sito in un nostro articolo dedicato alla serie TV animata “Pollyanna” che cita anche lei. Su DF stiamo portando avanti una retrospettiva completa su tutto il progetto “World Masterpiece Theater”, ovvero le 26 serie tratte da opere letterarie prodotte da Nippon Animation dal 1975 in poi e di cui “Pollyanna” è il 12esimo titolo. Ogni domenica alle 19:30, giorno e ora di trasmissione originale del “WMT” in Giappone, pubblichiamo su DF approfondimenti, reportage, analisi e una breve recensione di tutte le serie: nel caso di “Pollyanna” ci è sembrato interessantissimo espandere l’argomento citando anche il film e i suoi costumi da lei così brillantemente analizzati.

    La ringrazio per l’attenzione e ancora complimenti per il suo dettagliato lavoro.

    1. Gentile Mario Pasqualini,
      ricevere il suo lusinghiero e inaspettato commento è stato per me una sorta di colpo al cuore. Sono profondamente grata delle sue gentili parole, del riscontro e della possibilità che offre il web di confrontarmi con persone attente ai dettagli, alle atmosfere e alle sensazioni come lei.
      Ho una lunga lista di film da analizzare dal punto di vista dei costumi e non nego che tra questi ci potrebbero essere “Via col vento”, “Heidi” del 1968 o “Piccole donne” del 1994.
      Su Dimensione Fumetto ho letto l’incalzante scheda di “Pollyanna” e posso testimoniare la mia felicità nel dare il mio contributo nell’arricchire maggiormente il vostro articolo legato al progetto “World Masterpiece Theater”.
      Ricevere questo commento è per me un elemento di spunto per migliorare sempre di più e proseguire nella scrittura del blog con perseveranza e determinazione… proprio come la piccola e inarrestabile Pollyanna!
      Il film merita dunque assolutamente una seconda possibilità, non solo per trascorrere qualche ora tra colletti, fiocchi, cappelli di paglia e torte con triplo pan di spagna, ma anche per riflettere sulle piccole cose che ogni giorno abbiamo intorno a noi e che ci rendono felici.

      Grazie ancora,
      Valentina

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