Auguri Viganò Alta Moda!

Vetrina Viganò Milano 1

Il 21 settembre 2019 a Milano, in piena settimana della moda si è celebrato il centenario di una delle botteghe storiche della città: Viganò Alta Moda.

Cento anni per un’attività è un traguardo importante; gli anni e i tempi sono cambiati, le tecnologie anche ma il calore che può dare un negozio, che per di più vende perline, articoli da ricamo, bottoni e passamaneria, rimane sempre lo stesso. Il tutto acquista ancora più valore se il negozio in questione è Viganò Alta Moda, fondato a Milano nel 1919.

Fino al 21 settembre non avevo mai avuto l’occasione di entrarci, nonostante io abbia frequentato la zona di Piazza del Duomo e la zona di Brera per tutti gli anni universitari. La prima volta però che ho avuto l’opportunità di vedere la bellezza dei prodotti di Viganò è stata al Castello di Belgioioso, nell’ottobre del 2018 per l’evento Next Vintage, ed immediatamente me ne sono innamorata. Bottoni, orecchini, spille, unici nel loro genere portatori di chissà quale insolita storia. Da quel giorno ho iniziato a seguire l’account Instagram per poter essere aggiornata sulle ultime novità del negozio e le relative stories, con aneddoti e curiosità, tanto che all’inizio di settembre la giovane proprietaria Laura ha annunciato per il 21 settembre (primo giorno di autunno) l’apertura straordinaria del negozio, con orario continuato dalle 10 alle 17, per celebrare il centenario dell’attività.

Ed è così che quel giorno, mi sono trovata davanti alla storica bottega. L’insegna appesa all’esterno con una grafica molto buffa mi ricorda immediatamente quelle dei negozi londinesi e francesi di fine Ottocento o addirittura come se fosse l’insegna medievale delle corporazioni dei laboratori dei sarti o semplicemente un’accogliente bakery all’ultima moda. Le due grandi vetrine che affacciano su Via Paolo da Canobbio sono ricolme di ciondoli, orecchini, bracciali, spille, cappelli; tra questi però splende una piccola targhetta dorata con inciso “Viganò Alta Moda. Bottega Storica”. Sulle vetrate inoltre è presente il logo con caratteri eleganti del centenario del negozio.

Al momento del mio arrivo la porta multicolore d’ingresso era aperta e così sono entrata in punta di piedi, piena di aspettative e curiosa di conoscere più a fondo questa realtà. Intorno a me, sia a destra che a sinistra due grandi banconi in legno e dietro di essi cassetti e cassettini stracolmi di chissà quale oggetto prezioso, forse bottoni vintage, o meglio delle piccole rocailles dalle più svariate sfumature. Sicuramente non sembra di essere nel 2019, ma anzi sembra quasi di essere catapultati con qualche incantesimo in molti decenni prima. (Una delle cose belle di questo negozio credo sia proprio questo, l’atemporalità). La mia attenzione viene però catturata da un’antica bilancia pesa-perline di un rosso intenso dal fascino inimitabile; alle sue spalle rocchetti di filo e altrettanti cassetti. Alle pareti in alto invece manifesti storici in cui sono ritratte raffinate ragazze con i gioielli di Viganò Alta Moda. Ad esempio “La guida dei regali”, oppure le “Medagliette talismano della felicità”. Dal soffitto invece pendono enormi lampadari in cristallo che rendono l’ambiente ancora più magico.

Ad accogliere sia me che tante altre ragazze e signore una giovane ragazza Laura, emozionata, soddisfatta e determinata. Ci ha accolto con sorrisi e tantissima pazienza, pronta ad iniziare con noi nuovamente il tour del negozio. Per prima cosa Laura ci ha introdotto brevemente la storia di Viganò Alta Moda.

Il suo bisnonno negli anni Venti era dipendente delle poste, ma pian piano iniziò ad interessarsi e venire a conoscenza del mondo del ricamo e di tutto ciò che all’epoca girava intorno ad esso. Decise quindi di buttarsi a capofitto in questa nuova esperienza lavorativa e andò a Parigi, città che negli anni Venti aveva il primato nel campo della moda, con sarti e stilisti d’avanguardia come Paul Poiret o Madeleine Vionnet. I ricamifici di Parigi e dintorni già allora avevano alle spalle tanti anni di conoscenza e di esperienza, come anche le mercerie o i fornitori di materiali per ricamo e sartoria. Dalla città francese partivano le diverse fogge di abiti, cappelli, scarpe per giungere fino alle città d’oltreoceano; il progresso e l’emancipazione erano la chiave dei ruggenti anni Venti. Il Sig. Viganò respirando questo clima, prese la decisione di portare parte di questo “nuovo mondo” anche a Milano, la quale era ancora troppo indietro rispetto a Parigi. Nella città milanese l’attività di ricamo/sartoria/bigiotteria era ancora relegata ad attività casalinghe o a piccole attività artigianali che avevano come clienti l’elité milanese, la quale aveva bisogno di abiti sempre all’ultima moda sia per la vita di tutti i giorni che per gli eventi più mondani. Ancora una volta però Parigi era protagonista, perchè spesso la nobiltà milanese importava gli abiti realizzati dalle varie maison francesi, oppure tramite i primi magazine di moda francesi che circolavano, avevano la possibilità di farsi replicare su misura l’abito, magari con colori o stoffe differenti. Viganò intuì il rapporto costante che c’era tra le due città, cosicché decise di portare in Italia non solo conoscenze, ma anche nuovi strumenti e materiali, diventando il punto di riferimento per tutti quei laboratori sartoriali e teatrali che pian piano si diffusero o che erano già presenti non solo a Milano, ma in tutta la penisola. 

Tra questi laboratori va sicuramente menzionato l’atelier di Milano Pino Grasso Ricami. Fondato nel 1958 da Pino Grasso, dopo diverse e importanti esperienze in Francia, il ricamificio iniziò una collaborazione con Viganò Alta Moda che continua tutt’ora. Al piano principale, per l’occasione dei 100 anni di Viganò, un’abile ricamatrice dell’atelier di Pino Grasso era a disposizione per mostrare in cosa consiste il suo lavoro oltre che ad essere pronta per domande e curiosità. 

La visita con la proprietaria Laura è proseguita al piano inferiore; una stretta e ripida scala conduce a quello che è il magazzino/archivio. Un vero e proprio tesoro nascosto; ogni scatola o sacchetto sembra emanare una storia da raccontare. Alcuni cassetti (quelli più scuri) risalgono alla fine del 1800, mentre alcune rocailles e perline sono ancora custodite in confezioni di carta da pacco.

Tornando al piano superiore (piano terra) l’attenzione mi cade immediatamente alle centinaia di scatole in cartone tutte catalogate e divise in base alle sfumature di colore delle perline interne.

Il negozio però non finisce qui; Laura ci conduce in un piccolo giardino tra le mura dell’antico palazzo, dal quale è possibile vedere l’interno da eleganti vetrate. Laura ci ha accompagnate in seguito al piano superiore, che veniva utilizzato come secondo magazzino. Qui l’aria che si respira è di fine anni Cinquanta, inizio anni Sessanta. Entrando sulla sinistra un bancone in legno e alle spalle tante cassettiere con all’esterno i riferimenti dei bottoni dalle più svariate forme e colori (alcuni anche dipinti a mano) in esse contenuti. Sul bancone Laura ha anche preparato una piccola esposizione di packaging targato Viganò, ricreando un piccolo percorso cronologico.

Nelle sale che seguono inoltre è stata allestita un’esposizione di bigiotteria dal 1920 ai giorni nostri testimoniando brevemente come il jewellery design è cambiato nei decenni. É significativo vedere come il gioiello (lo stesso vale per la moda) riesca a far trasparire anche gli usi e i costumi dell’epoca in cui è stato realizzato. Di particolare interesse a proposito sono state diverse spille e collane. Nell’esposizione, datate al 1950 erano presenti delle brooches smaltate raffiguranti un cavaliere a cavallo oltre che una giovane coppia nobile intenta in un ballo. Negli stessi anni, la Disney distribuì il film d’animazione Cinderella, tratto dalla fiaba Cenerentola di Charles Perrault. Oltre a queste spille di chiara ispirazione fiabesca, di particolare rilievo era una collana probabilmente di argento e turchese datata 1930 circa, probabilmente proveniente dall’Egitto e arrivata a Milano, magari come riferimento dalla quale prendere spunto. Negli anni Trenta il filone dell’ “egittomania” prese piede in Europa a seguito agli scavi in merito alla scoperta della tomba di Tutankhamon avvenuti dal 1922 al 1930. Ma anche gioielli in argento dorato del 1950 con motivi floreali dal design di chiara ispirazione americana. Per passare poi alle spille in cotone simili a frutti di bosco, ciliegie e piccoli limoni, con colori brillanti e accesi, quasi come se fossero gustosi frutti di marzapane. (Molto spesso nei cartamodelli vintage è possibile vedere le illustrazioni dei figurini con queste curiose spille puntate su abiti con corpetti stretti e gonne a ruota). Il percorso continua con la bigiotteria degli anni Sessanta realizzata in alternativi e colorati materiali, per passare alla bigiotteria anni Settanta; delle vere e proprie sculture da indossare, tessere metalliche o significativi amuleti. Per procedere con alcune collane di Christian Dior e Nina Ricci chiaramente 80s. Un altro piccolo espositore era dedicato invece agli accessori per cappelli, risalenti alla fine dell’Ottocento, realizzati in jais, la quale nonostante il tempo passato ha mantenuto la sua brillantezza innata.

Laura dopo questo emozionante viaggio nel tempo e nella storia del gioiello e del ricamo ci accompagna nel salone d’ingresso e risponde ancora una volta gentilmente a tutte le nostre domande e curiosità. Ci invita a seguirla sui social, all’evento Next Vintage al Castello di Belgioioso ma soprattutto di farle visita al negozio, perchè è lì che è racchiusa tutta la magia dei 100 anni di Viganò Alta Moda.

Ripercorrendo il percorso del negozio e avendo avuto la fortuna di visitarlo grazie a questa splendida occasione, posso dire che attività e negozi come questo dovrebbero essere molti di più, ma anzi andrebbero visti come dei beni e delle opere da salvaguardare, sia dalle città che li ospitano, che da tutti noi.

Consiglio vivamente a tutti di passare a dare un’occhiata a questo gioiello a fianco del Duomo di Milano e perchè no, magari anche all’altro loro negozio di accessori in Via Maurizio Gonzaga, 5.

Siete mai stati/e da Viganò Alta Moda?

Fatemi sapere!

Viganò Alta Moda, Via Paolo da Cannobio 39 e online al sito Viganò Alta Moda.

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